Intervista ad Andrea Corsini AD, assessore Turismo e Commercio della Regione Emilia Romagna

Intervista ad Andrea Corsini AD, assessore Turismo e Commercio della Regione Emilia Romagna per parlare di sport e turismo

Qual è il valore aggiunto che gli eventi sportivi apportano al tessuto culturale ed economico dell’Emilia-Romagna?

Partiamo dai dati che parlano chiaro. Abbiamo commissionato una ricerca proprio per valutare questo valore e il risultato è che il 2023 ha visto un indotto di oltre 150 milioni di euro, a fronte di un investimento di 8,5 milioni, su 81 eventi sportivi presi in esame, promossi e sostenuti dalla Regione. Con un effetto moltiplicatore di 18 euro per ogni euro speso. Se guardiamo al turismo, le presenze generate dal cartellone degli eventi sportivi regionale sono state pari a oltre 1 milione (1.150.000), tra atleti, staff e spettatori. Tutto questo ci fa capire, concretamente, come la direzione presa dalla Regione nell’impulso al settore sportivo, che riteniamo assolutamente imprescindibile anche per l’economia del nostro territorio, sia assolutamente la strada giusta.

I margini di potenziale crescita dell’Emilia-Romagna come destinazione sportiva-turistica nei prossimi anni?

La presenza di grandi eventi sportivi di fama internazionale, quali, per citarne alcuni, la Formula 1 a Imola, il ritorno della Coppa Davis a Bologna, la MotoGp a Misano, gli Ironman a Cervia, senza contare il ciclismo, a partire dalle tappe del Giro d’Italia e in attesa della partenza del Tour de France per la prima volta in Italia, parlano da soli. Dopo la fine della pandemia e nonostante la terribile alluvione in Romagna dello scorso anno, questi appuntamenti hanno portato e attraggono sempre migliaia di appassionati anche dall’estero e permettono, grazie alla massiccia copertura televisiva di cui godono, di far conoscere l’Emilia-Romagna in ogni parte del mondo. La nostra regione vanta poi una solida e rinomata tradizione turistica con una capacità di accoglienza, fatta di una rete di strutture e di operatori altamente qualificati, nota e apprezzata ovunque. Per cui il nostro
obiettivo è ambizioso, ma raggiungibile: entro il 2030 vogliamo posizionare l’Emilia-Romagna come regione turistica leader in Italia e portare al 16% il pil del settore.

Quale ruolo giocano realtà come l’Adriasport nel promuovere lo sport e nel contribuire all’immagine della regione?

Penso sia sempre necessaria e auspicabile un’azione sinergica a ogni livello. Lo sport è collettività e occorre una spinta corale per contribuire non solo al miglioramento dell’immagine della nostra regione, ma anche a un aumento generale del livello di benessere dei nostri territori. Il ruolo dello sport su questo è fondamentale. Ecco perché Adriasport che si rivolge in particolare ai giovani diffondendo valori importanti, quali il rispetto dell’altro e dell’ambiente, può svolgere un’azione positiva e fare da propulsore per portare sul territorio e all’estero il giusto messaggio dell’Emilia-Romagna, una terra ospitale, di cuore e di grandi passioni.

Sappiamo che è un appassionato di sport e che ha giocato a calcio: c’è un episodio particolare durante la sua carriera calcistica che le ha lasciato un insegnamento significativo?

Tra i tanti esempi che potrei citare, direi che l’esperienza come allenatore di una squadra amatoriale cervese, gli “Arrivano dal mare”, è stato forse il più istruttivo. Ho imparato lì, a bordo campo, ad ascoltare e a condividere. E nello spogliatoio a cucire malumori e delusioni, così come a esaltarsi tutti insieme per i trionfi. Lavorare con gli altri, creare la squadra, che non è semplicemente fatta da singoli individui ma è gruppo, entità unica, disegnare strategie e risolvere velocemente imprevisti avendo sempre un piano B di riserva pronto. Elementi che mi hanno aiutato a conoscere il valore dell’altro e a metterne in luce le potenzialità. Con il rispetto che si deve sempre a chi si impegna e porta con dedizione il proprio contributo, al di là del risultato. Lezioni che poi mi sono servite nella vita e sul lavoro.

Quali lezioni apprese sul campo di calcio trova utili nella sua attuale attività politica?

Credo che il calcio sia l’esempio lampante di come occorra sapere fare squadra per raggiungere gli obiettivi insieme e vincere le sfide. Avere a fianco a te un gruppo di persone che rema ogni giorno nella tua stessa direzione è un meccanismo fondamentale per la crescita individuale e collettiva. Con un Mister che indica il percorso e la strategia, lottando sempre insieme alla sua squadra. Fatte le debite proporzioni, in politica lo schema di gioco può essere simile. In Regione facciamo tutti parte di
una macchina ben oliata, guidata dal presidente Bonaccini, che in questi ultimi 10 anni ha saputo lavorare insieme per contribuire allo sviluppo a 360 gradi dell’Emilia-Romagna con risultati positivi che credo siano sotto gli occhi di tutti. Il gruppo fa la differenza: una volta stabilito il traguardo e le azioni che servono per raggiungerlo, occorre collaborare con lealtà e
umiltà, ognuno nel suo ruolo, per giocare fino in fondo la partita.

Chi è stato il suo modello calcistico durante l’infanzia e in che modo ha ispirato le sue scelte di vita e professionali?

Chi mi conosce sa della mia passione per la Juve che ho ereditato da mio papà e sto cercando di trasmettere ai miei figli. Di modelli ce ne sono stati parecchi, ma sono legato in particolare ad Antonio Cabrini. Un grande terzino che sapeva difendere la squadra, ma capace anche di fare gol quando serviva. Chi non ricorda la magnifica rete di Antonio che ci permise di battere l’Argentina e poi vincere i Mondiali dell’82? E non importa il rigore sbagliato in finale contro la Germania, lui era un gigante, forte, bravissimo, corretto. L’anno dopo il Mundial vinsi la ‘gara’ che avevamo indetto tra ragazzi per poterlo servire in un locale
del centro a Cervia. Di quell’episodio ho ancora la foto incorniciata a casa dei miei genitori, poi, negli anni, siamo diventati anche buoni amici. Come tutti i romagnoli che si rispettano da giovane facevo ‘la stagione’ lavorando come cameriere nei locali, consegnando la frutta e verdura negli alberghi, insegnando nuoto, per guadagnare qualcosa e non pesare sulle spalle dei miei genitori. Lavoro, fatica, impegno, umiltà, la capacità di cadere e rialzarsi senza un lamento e di combattere per vincere: ecco cosa mi ha ispirato Cabrini. Valori che cerco di portare nella vita e nella mia professione ogni giorno.

Giovanni Scafoglio

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